POLIMIALGIA REUMATICA

La polimialgia reumatica è una malattia che causa dolore e rigidità a braccia, collo, schiena e coscie. I sintomi esordiscono in maniera acuta ed improvvisa, e sono più accentuati al mattino al risveglio, con lieve miglioramento durante la giornata. Alcune volte ci può essere anche la febbre (o meglio febbricola, circa 37,5°C). Per via di questi sintomi, le persone con polimialgia reumatica hanno dolore alla mobilizzazione nel letto durante la notte, ed hanno difficoltà ad alzarsi dalla sedia, vestirsi la mattina, o anche uscire da una macchina.

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La polimialgia reumatica è una malattia che causa dolore e rigidità a braccia, collo, schiena e coscie. I sintomi esordiscono in maniera acuta ed improvvisa, e sono più accentuati al mattino al risveglio, con lieve miglioramento durante la giornata. Alcune volte ci può essere anche la febbre (o meglio febbricola, circa 37,5°C). Per via di questi sintomi, le persone con polimialgia reumatica hanno dolore alla mobilizzazione nel letto durante la notte, ed hanno difficoltà ad alzarsi dalla sedia, vestirsi la mattina, o anche uscire da una macchina.

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Colpisce persone adulte sopra i 65 anni, con picco d’esordio all’età di 70 anni, in particolare in primavera.

La malattia non provoca gonfiore alle articolazioni, e per tale motive alcune volte è difficile da riconoscere e diagnosticare, in particolare da medici non specialisti in reumatologia.

Per fare la diagnosi è necessario un esame di laboratorio chiamato Proteina C Reattiva (PCR), necessario anche per monitorizzare la risposta alla terapia.

La terapia è a base di cortisone, che è molto efficace al punto di migliorare la sintomatologia dolorosa dopo alcuni giorni di terapia. Purtroppo i sintomi ritornano immediatamente se si sospende la terapia troppo velocemente. In media la durata della terapia è oltre 6 mesi, con alcune persone che hanno necessità di proseguire la terapia per tempi più lunghi (oltre 2 anni).

Il ruolo del reumatologo

oltre alla formulazione della diagnosi, consiste nel monitorizzare l’andamento della malattia al fine di ridurre gradualmente il dosaggio del cortisone. A tale proposito è necessario l’esecuzione periodica della PCR, che insieme ai sintomi, guidano il reumatologo alla sospensione della terapia con il cortisone.