L’arterite a cellule giganti (ACG), detta anche arterite di Horton, è una malattia infiammatoria dei grandi vasi arteriosi, e può esordire con o accompagnare un altra malattia infiammatoria chiamata Polimialgia Reumatica.
L’arterite a cellule giganti (ACG), detta anche arterite di Horton, è una malattia infiammatoria dei grandi vasi arteriosi, e può esordire con o accompagnare un altra malattia infiammatoria chiamata Polimialgia Reumatica.
L’ACG colpisce persone sopra i 55 anni, ed è caratterizzata dai seguenti sintomi:
- Tumefazione (rigonfiamento) ed infiammazione di arterie della fronte, chiamate arterie temporali. Tale infiammazione porta ad un mal di testa localizzato alle tempie di tipo continuo ed intenso.
- L’ACG può colpire anche i vasi degli occhi con una cecità improvvisa ed irreversibile.
- Febbre e stanchezza marcata.
La valutazione da parte di un reumatologo deve avvenire il più rapidamente possibile per fare la diagnosi ed iniziare la terapia immediatamente. Tale atteggiamento è necessario per scongiurare il pericolo di cecità, che come già detto è un danno irreversibile.
Il reumatologo richiederà l’esecuzione di esami di laboratorio, in particolare la Proteina C Reattiva (PCR), che solitamente è molto elevata. In alcuni casi dubbi, per la diagnosi è necessaria l’esecuzione di una biopsia dell’arteria della fronte. La biopsia è un piccolo intervento chirurgico che si esegue senza necessità di ricovero in ospedale, in anestesia locale.
La terapia è a base di cortisone, che è molto efficace al punto di migliorare la sintomatologia dolorosa e fa scomparire la febbre dopo alcuni giorni di terapia. Purtroppo i sintomi ritornano immediatamente se si sospende la terapia troppo velocemente. In media la durata della terapia è oltre 12 mesi, con alcune persone che hanno necessità di proseguire la terapia per tempi più lunghi (oltre 2 anni). Per una corretta gestione della terapia, il reumatologo richiederà l’esecuzione periodica di esami del sangue, in particolare la PCR.
In alcuni casi, oltre al cortisone, in malattie particolarmente aggressive o resistenti, possono essere prescritte altre terapia immunosoppressive.